giovedì 15 gennaio 2009

RIFLESSO D'IMMERSIONE - Presente... stralcio di APNEA

...Servirebbe un ausiliario per dirigere il traffico caotico dei pensieri che circolano in testa; tutte le idee indisciplinate e così poco attente ai sensi unici, ai vicoli ciechi, cozzano tra di loro per poi frenare sulle pagine trasformandosi in racconto. Servirebbe una diga per trattenere tutto il vissuto che sta traboccando dall’anima, canali che lo trasportassero fin nei capillari, per poi lasciarlo trapelare come piccole stille attraverso la pelle, liberando corpo e anima di tutte le tossine di un’intera vita.


E questo lapis,che stringo come un’arma tra le dita, non sa che forse sta tracciando il mio futuro, mentre fissa, nero su bianco, il mio passato, il mio presente.


“Quante parole sprecate, quante cose senza senso'.


Do una fugace occhiata a quelle righe disordinate, accartoccio il foglio spinta dalla voglia di cestinarlo, ma poi mi trattengo, lo infilo in tasca nell’angolo più nascosto del mio cappotto militare.


Il mio cappotto militare, impermeabile a tutte le guerre ma non immune dalle battaglie della mia vita.


Il cielo sta prendendo altre sembianze, è rigido e cupo come lastra di metallo e le nubi nere che mi sovrastano sembrano incollate tra di loro, tanto la luce non riesce a trapassarle.


“Torniamo a casa!”.


Ripiego il plaid, richiamo il cane, infilo fogli e matite a forza nella borsa, sempre troppo poco capiente per ospitare tutta la mia mercanzia. Infilo la mano nella tasca, tastando quel mucchietto di carta appallottolata... sembra quasi, che al mio tocco, le parole stridano, si muovano, probabilmente sofferenti di trovarsi in quella condizione coatta. Non ho il coraggio di buttar via tutte le sensazioni intime racchiuse.


“Per un po’ starete lì, nel buio di una tasca, a macerare, a fermentare fin quando diverrete urlo in grado di scuotere l’indifferenza, l’egoismo di un mondo cieco, sordo, incapace di mettersi in ascolto”.


Laggiù l’ospite della mia spiaggia è immobile, come un soldatino di piombo, non si gira e dovrò fare a meno del suo sorriso.


Un ultimo sguardo e via...


“Ma sì! Scriverò per te e forse anche di te... e troverò in te l’immaginario ospite, il muto interlocutore... avrò un alibi e un motivo per scrivere”.


tratto da Apnea - ED. IL FILO

1 commento:

Anonimo ha detto...

ho finito di leggere Apnea. Sono travolto e stravolto. Stile impeccabile, contenuti intensi, scrittura profonda. In una parola travolgente.