domenica 18 aprile 2010

ECOGRAFIA DEL MENTRE

L’universo in molecole
amniocentesi di flussi sul nascere
per diagnosi di normalità
ricerca d’informazione genica
sul carattere ereditario
di desideri appena accoppiati.

Nasco nell’universo
in gabbia…
la mia

ne vedo spuntare
moto perpetuo di soggezione
alternata

ne ascolto
fragori di precipitazioni
in quei vuoti di stomaco
che non basta un solo cuore
a riempirli

ne annuso geyser bollenti
in eruzioni periodiche
di risate
su labbra già abdicanti
deposte dalla malinconia

ne mastico i silenzi
a sfumare
su musiche animali
autodidatte
studi di rituale quiete
anticipi di tempesta

Ecografia
di moti interiori
da luogo a luogo
sempre lo stesso
indifferenza
di stati in luogo
Alti e bassi
senza tregua
ma se la verità è sempre nel mezzo
… non saprò mai
Sali e scendi
senza fine
la mia musica
ma se un volo di note
può ripetersi all’infinito
non conoscerò ritorno
a capo… a terra.

Ecografia
di un istante fuggevole
che ti spalanca
la porta della gabbia
è la lunga cattività
ad anchilosare le ali
serrate di umori ossimori
alzano nuove sbarre
accaio fuso ingloba velleità
scompaiono nella frenata
degli istinti
libertà nasciture

Mobili istigazioni
al carpe diem
disegnano mostri nel cielo
il vento che le spinge
soffia ormai solo dentro me
al centro di quell’ombra
scelta come recinto
in cui convivere con le altre me

affezionarsi alla reclusione
convincersi che
un tatuaggio nella mente
è sufficiente a conservare la memoria
di quel che potrebbe essere
ma ormai si è arreso

è già ora dell’ennesimo tramonto
è già ora dell’ennesima ritirata
embrioni vibranti
si estinguono
in amnios di turbamenti avvelenati

la vita dentro
non è mai
la vita fuori


Paola Tinchitella @ tutti i diritti riservati

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il testo sembrerebbe una sperimentazione avanguardistica: in realtà le competenze scientifiche sono teatro di realtà investite dalla naturale abilità linguistica proiettando la scienza in raffiche metaforiche di pensieri che diventano poesia


I versi sottolineano non solo i contrasti che ruotano intorno all’esistenza e le lotte dualistiche di cui la stessa vita è caratterizzata, intrecciando nel percorso nascita e morte, individuale ed universale sacro e profano, gioia e dolore ma anche la necessita del soggetto di sottoporre gli eterni interrogativi e le inquietudine dell’umanità alla necessità dell’ascolto e allo stato del silenzio riconoscendo in quest’ultima riflessione che la condizione dell’uomo non può sottrarsi a quella condizione universale rappresentata dal gioco degli opposti mediante cui ad una situazione se ne oppone immediatamente un’altra.



Oltre al linguaggio il lettore viene catturato dalla sequenza delle immagine che i versi alternano , catturando una luce psichedelica ed anche musicalità metallica che si impone come colonna sonora durante tutta la lettura.

Liliana Russo