domenica 1 maggio 2011

σφυξία

Sorriso/ il tuo

nomade

conduce tra pascoli di distanze

branchi di me

già dispersi tra canyons

aperti tra muscoli.

Le parole/ le mie

essiccate

su alberi di mesi

avi gli anni

avidi

di ore,  minuti, secondi.

Nella paura/la nostra

digiuna d'odiare

affamata d'amare

imbottigliata in strettoie

di quel non rimembrare

dimenticando di esserne incapaci.

Un tempo/uno di quattroquarti

resta per concedersi all'amare

come fosse naturale

non aver mai smesso di farlo

o di pensarlo

per 4/4

per l'intero.

La natura/ umana

a chiudersi

in una vertigine convertita

dal riflesso d'uno specchio

la cui eco ride

rimbalzando tra cunette di pori.

Sguardo/il nostro

homeless

senza mostri alle spalle

evirato il tremore passeggero

da un ciao viaggiatore

genuflesso.

Notte incuneata

tra albe distanti

senza dimore nei calendari

asfissia di date

da segnare o depennare

pre, post... inesistenti

... σφυξία

su distacchi necessari

battito di polso

a segnar la quiete rinvenuta.

Paola Tinchitella © tutti i diritti riservati

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